Una mostra alla Galleria dell’Incisione e due volumi editi da Grafo ricordano l’ingegnere bresciano che ha realizzato importanti progetti in tutto il mondo.
“Enzo Ragni uomo di cultura, ingegno e arte” è il titolo della mostra e del catalogo Grafo che ricordano – a dieci anni dalla scomparsa – la figura di Enzo Ragni, l’ingegnere bresciano che ha realizzato edifici e grandi centri commerciali in tutto il mondo.
La mostra
La mostra (allestita dal 21 settembre al 13 ottobre 2024 alla Galleria dell'Incisione in via Bezzecca, 4 a Brescia) esplora un lato meno noto di Ragni, esponendo 54 suoi acquerelli e disegni che testimoniano l’amore dell’ingegnere per l’arte e la pittura: una piccola ma significativa selezione tra le centinaia di album di viaggio che Ragni riempì negli anni con migliaia di disegni.
Il catalogo
«Esercizi di sintesi e memoria» li definisce nel catalogo la moglie Elena Lucchesi Ragni, che ha voluto e curato questa iniziativa insieme alla figlia Elisa e a Caterina Fasser. «Enzo – ricorda Lucchesi Ragni – quando disegnava lo faceva per se stesso, era un momento di pacificazione che, a contatto con la natura (il mare, la montagna, la campagna toscana), lo isolava dai problemi e gli dava la possibilità di fermare velocemente sulla carta la sintesi architettonica di una veduta, di uno scorcio o la luce di un paesaggio che sceglieva a colpo d’occhio».
L'impegno intellettuale e l'impegno sociale
La mostra e il libro che l’accompagna sono anche l’occasione per rievocare l’impegno intellettuale di Ragni, quel ruolo sociale al quale – scrive nel catalogo Tino Bino – «non rinuncerà mai, diventando, nella sua città, uno degli interlocutori ineludibili intorno alle vicende che danno significato alla idea di comunità: l’urbanistica, la mobilità, l’abitare, il centro storico, l’ambiente».
I progetti in un secondo volume
In un secondo volume, la cui uscita è prevista nel corso della mostra, ai disegni si aggiungerà un’ampia sezione dedicata ai progetti più importanti e innovativi realizzati da Ragni in Italia, Sud America, Giappone, Cina, infine a Brescia con il Symbol e molti altri edifici di Brescia Due. Ma anche, in Valle Bresciana, con il restauro della ex chiesetta di Sant’Emiliano: come annota Bino, «un piccolo modello di recupero della città storica e di misura dell’abitare».
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