Vi sono due forme diverse della memoria: quella interiore e quella esterna. La memoria esterna, che si manifesta nelle cerimonie ufficiali, nei discorsi commemorativi, nelle lapidi, nei monumenti, nei libri di storia, nelle testimonianze dei protagonisti, nella riproduzione di immagini dell’evento, ha senso soltanto se serve a mantener viva la memoria interiore. La può sollecitare, ma non la sostituisce. (Norberto Bobbio)
La memoria è duratura se è un racconto ripetuto: racconto, cioè svolgimento narrativo e non rappresentazione di un evento isolato; ripetuto, in quanto abbia un senso al mutare del contesto e delle generazioni.Ora, da molto tempo le stragi non sono più raccontate. Commemorate sì; ma, ridotte ad eventi lapidari, o a lapidi propriamente dette, la narrazione di esse, cioè la loro memoria, si è bloccata, o frantumata nei depistaggi, nella confusione voluta o subìta: non più storia, ma episodi che galleggiano nel caos dei segreti e delle congetture. (Stefano Levi Della Torre)
SOMMARIO I documenti. P. Corsini, Una città ferita e defraudata -
M. Milani, Non vittime, ma caduti consapevoli -
F. Castrezzati, L’oblio e la verità -
M. Milani, La giustizia e il futuro della democrazia -
O.L. Scalfaro, Una ferita di tutti La ricerca. V. Marchi, La vicenda giudiziaria della strage -
M. Revelli, Le radici ideologiche della violenza politica La riflessione. L. Bazoli, Il sonno della ragione -
N. Bobbio, Arcana imperii: verità e potere invisibile -
S. Levi Della Torre, Raccontare per ricordare