Il Consiglio comunale è lo spazio in cui i processi decisionali del potere pubblico divengono evidenti, palesi, trasparenti pur nell’inevitabile schema dei rapporti fra maggioranza e opposizione. La somma degli atti che un Consiglio comunale compie, nel corso degli anni, non è più solo un racconto politico. È un tassello della storia locale, un crocevia che testimonia le scelte preveggenti e le omissioni, le sviste e le anticipazioni, le intuizioni dei padri fondatori e le fedeltà (o infedeltà) degli eredi, i problemi d’antica data che ogni volta si impongono con un’urgenza nuova. Leggere i verbali di sessant’anni di sedute e di delibere del Consiglio comunale di Brescia, consultarli, tuffarsi nella loro prosa stringata, aiuta a focalizzare le grandi svolte, a valutare scelte apparentemente minime. La decisione di aprire un sottopasso, di costruire un cavalcavia, di asfaltare una strada di campagna racchiude spesso il destino e le traiettorie di crescita dell’intera comunità. Ed è così che questi documenti descrivono un tratto non breve della storia non solo politica, ma anche civile e sociale di una città passata, in pochi decenni, dalla civiltà del lavatoio pubblico a quella del teleriscaldamento.
INDICE Introduzione 1. Via dalla pazza guerra (1945-46) 2. Il ritorno alla normalità (1946-51) 3. Le premesse del boom (1951-55) 4. Il miracolo economico (1956-60) 5. La Belle Epoque dell’era Boni (1961-64) 6. Il centrosinistra in Loggia (1964-70)