Venute meno le certezze del sapere scientifico, problematiche quelle affidate al sapere filosofico, Ciferri riscopre nel mito la sua verità: ed è verità costruita a metà strada tra la memoria e il sogno, elaborata attraverso una pittura che recupera da un lato le bellezze musive dell’alba dell’arte contemporanea, e dall’altro lato il sapore umorale di una materia pittorica, che tutto sembra convogliare in una direzione nuova. Emerge uno stile personale, fatto di suggestioni e analogie, attraversato da una certezza armoniosa e da una sostanziale accettazione della dimensione sognante, come unica possibile per la visione dell’uomo contemporaneo.
SOMMARIO M. Corradini, La vita ricreata nel mondo poetico di Gianmaria Ciferri -
F. Lorenzi, “Non lavoro, sogno” -
G. Valzelli, Il lungo viaggio della pittura di Ciferri al varo della nave che si chiama “Destino” - Tavole - Note biografiche